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STORIA
Dal 1664 ad oggi.
1664
Tullio Falconio
Tullio Falconio, importante uomo d’affari giunge a L’Aquila da Leonessa come Capitano della Grascia. Il suo, negli statuti medievali, è un ruolo di primissimo piano. Agli ufficiali della Grascia infatti era affidata la sovrintendenza sui rifornimenti, con l’incarico di vigilare sui mercati, sui prezzi al minuto, sui pesi e misure.
Arrivato in città, Falconio fa realizzare il suo palazzo di famiglia sulla via che in suo onore si chiamerà Via del Falco. Negli anni a seguire, la sua influenza cresce e Falconio, che si fregerà del titolo di Barone, acquista terre, rocche e possedimenti.
1703
Il grande terremoto
La mattina del 2 febbraio 1703 è la festa della Candelora e le chiese sono gremite. Il “grande terremoto” si abbatte sulla città distruggendola. Il Palazzo dei Falconio risulta «intatto» dopo il terremoto, in base a quanto riportato nella numerazione dei “fuochi” del 1712. Risulta inoltre che i Falconio ospiteranno negli anni a seguire presso i loro caseggiati piccoli artigiani e braccianti, che hanno avuto la casa lesionata a seguito del sisma.
1913
Antonio Palumbo
Nel 1913 un ricco possidente terriero acquista il Palazzo in via del Falco. Antonio Palumbo è quello che oggi definiremmo un imprenditore di successo: possiede migliaia di pecore, produce formaggi e lana, ha fiuto per gli affari e nel tempo ha messo su un’azienda che dà lavoro a diverse famiglie. L’acquisto del palazzo in centro città è una consacrazione per lui e per la sua famiglia, originaria del paese di Filetto. Nelle sue agende, Palumbo annota anno per anno vendite, ricavi e tutto ciò che riguarda il ménage familiare. Viaggia costantemente per seguire i suoi affari da Filetto a L’Aquila e da lì in Puglia dove tutti i suoi greggi si spostano di inverno per la tradizionale transumanza.
1919
L’asta deserta
Finché nel 1919, la disperazione per un lutto familiare si unisce a un improvviso tracollo finanziario. La sua impresa fallisce e il Palazzo va all’asta. Ma gli aquilani, rispettosi della statura del personaggio, non approfittano del suo momento di sfortuna. L’asta va deserta e Antonio riesce, in poco tempo, a recuperare i soldi necessari a ricomprare il Palazzo, che in questa maniera arriva fino a noi. Antonio Palumbo sarà uno dei martiri di Filetto. A 65 anni, viene ucciso a sangue freddo dalle SS tedesche salite nel paesino per attuare una tremenda rappresaglia di guerra: le vittime saranno in totale 17.
2009
Un nuovo sisma
Il 6 aprile 2009, nel cuore della notte, la storia si ripete e L’Aquila viene colpita di nuovo da un sisma devastante. In quella sola notte, muoiono 309 persone.
Il centro della città è devastato. Il Palazzo subisce dei danni notevolissimi ma consente comunque a tutte le persone che vi abitano di uscirne vive.
2012 – 2017
Il restauro
I lavori di restauro e consolidamento antisismico iniziano nel 2012 e terminano 5 anni dopo. Il Palazzo torna all’antico splendore grazie a una ristrutturazione attenta al suo valore storico ed efficace da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali di L’Aquila.
2022
La quarta generazione
Nel 2022 i discendenti di Antonio Palumbo tornano a vivere nel Palazzo di via del Falco. La quarta generazione dei proprietari intraprende il progetto imprenditoriale per rendere la propria ala del Palazzo una location aperta alla città e al mondo, per rendere giustizia alla sua storia e alla sua arte.
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I Diari di Antonio Palumbo. 1919-1926
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